Dopo soli tre minuti di recupero l’arbitro Frisk fischia la fine. Pessotto che in quel momento ha la palla tra i piedi, la prende e la scaglia con gioia sugli spalti gremiti dai tifosi italiani in festa. Un’Italia concreta vince a Rotterdam il secondo Europeo della sua storia dopo quello del 1968 e si prende la rivincita sui cugini francesi. A due anni di distanza la traversa di Di Biagio può smettere di tremare.
Una partita vibrante, ma non spettacolare. I francesi si presentano con l’ossatura della squadra che ha vinto il mondiale due anni prima. Barthez, Thuram, Desailly, Blanc e Lizarazu in difesa, Deschamps, Vieira e Dugarry a centrocampo, Zidane libero di interpretare se stesso e davanti Djorkaeff e Henry a scambiarsi spesso posizione. Zoff, invece, sorprende tutti e schiera Delvecchio accanto a Totti. Fiore agisce come trequartista, Albertini e Di Biagio in mezzo al campo, sulle fasce Maldini e Pessotto, che sostituisce lo squalificato Zambrotta. Per il resto fiducia ai soliti Toldo, Cannavaro, Nesta, Iuliano e Maldini. Del Piero è in panchina.
Primi cinquanta minuti di sterile supremazia francese con il solo Thierry Henry a creare grattacapi alla difesa azzurra in veste di suggeritore per Djorkaeff e Zidane. E a inizio ripresa la mossa Delvecchio paga. Tacco di Totti, cross di Pessotto dalla destra e la punta romanista mette dentro di sinistro il gol vincente. Il punteggio finale non rende forse giustizia agli azzurri che in contropiede falliscono più volte il raddoppio. In particolar modo Del Piero, subentrato al 53′ all’udinese Fiore, in ben due occasioni non sa cogliere l’attimo: un destro troppo angolato che finisce a lato e uno poco angolato che Barthez respinge con i piedi. Grande invece la prestazione di Totti, dei centrocampisti e di tutto l’apparato difensivo. La vittoria di misura comunque basta e ora in Italia possono partire i festeggiamenti. Ancora una volta la squadra campione del mondo esce sconfitta dall’Europeo.
Non c’è che dire, i tifosi italiani avrebbero apprezzato di gran lunga questo finale. Ma i minuti di recupero furono quattro, non tre, e quel pallone non rimase tra i piedi di Gianluca Pessotto o nella zona centrale del campo. No, lo juventino provò a verticalizzare e Montella finì in fuorigioco. Il lungo lancio alla disperata di Barthez, sulla punizione conseguente, fu spizzato dal nuovo entrato Trezeguet, non controllato da Cannavaro e arrivò all’altro subentrato, Sylvaine Wiltord. Controllo di petto, sinistro a incrociare e Toldo, proteso in un goffo tuffo, irrimediabilmente battuto.
E quando coloro che tifavano Italia videro il pallone gonfiare la rete, capirono che era finita. Certo il risultato era ancora 1-1, i supplementari erano ancora da giocare, ma quell’impressione di Italia-Nigeria al contrario aveva cominciato a farsi largo nella loro mente. Puntuale il bellissimo golden gol di Trezeguet al minuto 103 avrebbe concretizzato i fantasmi e portato la Francia (e non l’Italia) al bis europeo. Il pallone, a volte, è davvero cattivo.
federico