Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. 12° puntata: Rimonte al Mondiale (1938-2018)

E adesso che Chadli ha messo dentro il pallone del 3-2 cosa dirò a chi mi chiederà quando è stata l’ultima volta che al Mondiale si è verificata una rimonta del genere? Magari di fronte a quanto accaduto nell’ultimo minuto di recupero dell’ottavo di finale di Russia 2018 tra Belgio e Giappone la reazione di molti spettatori è stata ben altra, ma in fondo non tutti gestiscono un blog in cui ogni tanto compaiono articoli pieni di dati e di robe per nerd. E allora via con il flusso di coscienza.

Cerchiamo innanzitutto di riformulare la domanda in modo più preciso. Se ci limitiamo alle partite Mondiali a eliminazione diretta (finali incluse, finali terzo/quarto posto escluse, tanto per chiarire), le vittorie entro i tempi regolamentari o supplementari completate da squadre che erano sotto di almeno due gol non sono moltissime e, soprattutto, non se ne vedeva una da tante Coppe del Mondo a questa parte.
La prima rimonta da 0-2 fu realizzata dalla Svizzera nella ripetizione dell’ottavo di finale del Mondiale 1938 contro la Germania che aveva unificato anche calcisticamente l’Austria e salutava a braccio destro teso prima del calcio di inizio. Per la cronaca, i rossocrociati guidati da Abegglen III vinsero 4-2.
Nel 1950 partite da dentro o fuori non ce ne furono e così arriviamo alla Coppa Rimet del 1954 che, al contrario, gode di un posto rilevante in questa speciale statistica. In primo luogo, perché una rimonta, da 0-2 a 3-2, si verificò in finale, in cui la Germania Ovest di Rahn, Morlock e Fritz Walter ribaltò l’iniziale vantaggio dell’Ungheria d’oro di Kocsis, Czibor e Puskas. In secondo luogo perché il 7-5 che l’Austria rifilò ai padroni di casa della Svizzera nei quarti di finale vide inizialmente gli elvetici avanti di tre gol. Vantaggio effimero se pensiamo che il primo tempo si chiuse sul 5-4 per l’Austria. Solo in un altra occasione ci fu una rimonta da -3: anche qui all’altezza dei quarti di finale, nel Mondiale del 1966, Portogallo-Corea del Nord da 0-3 a 5-3.
Passiamo, quindi, alla “partita del secolo per un giorno solo”. Stiamo parlando di Germania Ovest-inghilterra, valida per i quarti di finale dell’ultima Rimet, quella del 1970: Mullery, Peters, Beckenbauer, Seeler e nei supplementari Gerd Müller gli autori delle reti che sancirono il 3-2 tedesco. Un match emozionante, la cui eco però sarebbe stata surclassata da lì a pochi giorni dalla semifinale dell’Azteca tra gli stessi tedeschi e gli azzurri.

Può sembrar strano, visto che dal 1986 in poi le partite a eliminazione diretta sono aumentate -15 e non sette come nelle edizioni dal 1954 al 1970-, ma ci vogliono ben quarantotto anni per rivedere in Coppa del Mondo un match a eliminazione diretta finito con la vittoria sul campo di una squadra in precedenza sotto di due gol. A Rostov sul Don il 2 luglio 2018 le reti arrivano tutte nella ripresa e portano la firma dei giapponesi Haraguchi e Inui e dei belgi Vertonghen, Fellaini e Chadli.

Esaurita la questione di base, vado ora a cavillare. Se, infatti, si ammorbidisce la richiesta e ci si chiede quando era stata l’ultima volta, prima dell’appena citato Belgio-Giappone, che una squadra aveva passato il turno a eliminazione diretta pur essendo stata sotto di due gol, allora dal 1970 andiamo avanti fino al 1982, anche se la vincitrice rimane la stessa: infatti, la Germania Ovest batté ai rigori la Francia nella semifinale di Spagna ’82 dopo che nei supplementari si era trovata sotto 1-3.
Se, invece, ci si accontenta della volta precedente in cui una Nazionale aveva vinto un match al Mondiale, pur essendo stata sotto di due gol, allora dobbiamo citare l’inutile Costa d’Avorio-Serbia 3-2, giocata nella terza giornata dei gironi al Mondiale del 2006, quando Drogba -quel giorno squalificato-, Stanković e rispettivi compagni erano già stati eliminati da Argentina e Olanda.

Se, infine, si dà alla FIFA Confederations Cup quello status cui ha sempre ambito senza mai raggiungere, ovvero l’essere la seconda competizione per ordine di importanza a livello mondiale, ecco fare un altro passo avanti in senso cronologico: nella finale del torneo del 2009 il Brasile batté gli Stati Uniti 3-2, nonostante lo 0-2 all’intervallo. E visto che ci siamo non possiamo concludere senza citare un altro match di Confederations Cup che ha visto il Giappone splendido e sfrotunato protagonista. Parliamo del 4-3 con cui gli azzurri superano i nipponici nella fase a gironi del 2013: un rigore di Honda e un gol di Kagawa avevano, infatti, portato avanti 0-2 la Nazionale del Sol Levante all’epoca allenata da Zaccheroni. Dei giocatori in campo contro il Belgio nell’ottavo di Russia 2018, quella sera erano stati schierati anche Kawashima, Yoshida, Hasebe, mentre Inui e Hiroki Sakai erano in panchina. Quasi a sottolineare la continuità tra le due partite.

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