Storia dei derby italiani di coppa: terza puntata. Il Cagliari in Coppa UEFA nel 1993/94
Se si guarda alla storia del Cagliari, la partecipazione alla Coppa UEFA 1993/94 appare come un unicum, qualcosa di ben diverso da quanto era accaduto nel periodo d’oro, quando nell’isola era arrivato anche lo scudetto e il club per tre volte aveva ottenuto il pass per una delle coppe europee1. Eppure nelle tre occasioni avute tra il 1969 e il 1973 i rossoblù non erano andati mai oltre il secondo turno, mentre in quella incredibile stagione della prima metà degli anni Novanta arrivarono giocarsi alla pari con l’Inter l’accesso alla finale. Certo, in quegli anni, specie in Coppa UEFA, le squadre italiane la facevano da padrone e persino club di seconda fascia come Genoa o Torino erano arrivati a un passo (o due) dalla vittoria della competizione.
Ergo, qualcuno potrebbe pensare che il vero unicum fu il sesto posto in A nella stagione 1992/93, piazzamento che aveva permesso ai sardi di giocare in Europa la stagione successiva. Sarebbe, però, un’ingiustizia. Per due motivi: perché passare i primi turni con Dinamo Bucarest, Trabzonspor e Malines era tutt’altro che scontato per una squadra che, oltre Oliveira, Matteoli, Dely Valdes e Herrera, aveva elementi poco abituati al palcoscenico internazionale; e perché, all’altezza dei quarti, il Cagliari si trovò ad affrontare un’altra italiana, la Juventus detentrice del trofeo. Una sfida che vedeva i sardi sfavoriti, ma che si concluse in tutt’altro modo, tanto che si potrebbe considerare questo successo la sola cosa in comune tra quanto aveva fatto in ambito internazionale la squadra di Scopigno e quanto fece quella di Bruno Giorgi2.
Infatti, i rossoblù avevano battuto i bianconeri anche il 16 giugno 1968, a Basilea, in un match valido per la prima giornata del girone B della Coppa delle Alpi, competizione minore che metteva di fronte squadre svizzere, italiane e tedesche ovest. Si era a fine stagione e le due squadre erano scese in campo in formazione rimaneggiata, ma era stata la Juventus ad accusare «assai più dell’avversario il peso della mancanza di cinque elementi determinanti nell’economia del gioco di squadra»3. Il gol vincente lo aveva siglato Cera, ma metà del merito era stata di Brugnera, che aveva interrotto un’azione dei bianconeri e aveva permesso al suo compagno di involarsi indisturbato sulla sinistra4.
È, però, arrivato il momento di raccontare cosa accadde in quei quattro derby europei del 1994 che videro il Cagliari sognare in grande. Il primo round fu il 1°marzo. Come detto il sorteggio aveva messo la Juventus sulla strada dei sardi e il match d’andata era in programma al Sant’Elia. La chiave tattica fu certamente la perfetta marcatura a uomo di Sanna su Roberto Baggio. Il Cagliari giocò senza alcun timore reverenziale e segnò meritatamente al 60′ con Valdes, dopo uno stretto scambio al limite dell’area con Herrera e un liscio di Kohler. Tuttavia, senza i due salvataggi di Matteoli sulla linea di porta sullo 0-0, per i rossoblù non sarebbe stato possibile andare a Torino con il doppio vantaggio della vittoria e degli zero gol subiti in casa.
Due settimane dopo, al Delle Alpi, i bianconeri pareggiarono lo svantaggio maturato all’andata a metà primo tempo con un bell’inserimento di Dino Baggio su cross da destra di Di Livio, ma dieci minuti più tardi il gol di testa di Firicano sugli sviluppi di una punizione di Matteoli ricacciò la Juventus indietro. Poi, nel corso della ripresa, invece di altri gol dei favoriti padroni di casa (sull’1-1 anche un palo di Roberto Baggio su rigore dubbio), arrivò un bel contropiede che portò Oliveira in porta: 1-2 e Cagliari in semifinale!
Nyon disse ancora derby: stavolta per i sardi c’era l’Inter, con andata di nuovo al Sant’Elia. E sempre più a sorpresa la terza puntata finì come le altre due, con una vittoria di misura degli isolani, anche se con la grande differenza che gli ospiti nerazzurri andarono due volte in rete in trasferta. Dopo il botta e risposta nei minuti iniziali (Fontolan per i nerazzurri, Oliveira per i sardi) e un primo tempo equilibrato, il gol di Sosa in contropiede a inizio ripresa diede una grossa botta al morale dei sardi. L’Inter già cullava la possibilità di poter tornare dalla Sardegna con un successo, quando le forze fresche e un po’ inesperte, buttate da Giorgi dalla panchina nella mischia, diedero risultati forse insperati: all’82’ il 23enne Criniti, entrato da una ventina di minuti al posto di Max Allegri, incornò di testa su cross di Niccolò Napoli il pallone del 2-2; quattro minuti dopo, sugli sviluppi di un corner, un ancor giovane Pancaro, in campo da due minuti al posto di Bellucci, girò verso la porta una palla da dentro l’area e, grazie a una deviazione di Antonio Paganin, batté Zenga.
Vittoria bella, ottenuta con orgoglio e un po’ di fortuna. Ma a fine partita c’era la sensazione che per il Cagliari, nell’arco dei 180′, stavolta non ci sarebbe stata storia. E, infatti, il 12 aprile, a San Siro, finì con un netto successo dell’Inter: certo, per sbloccare il risultato ci volle un rigore assegnato per fallo di mano di Sanna su cross di Berti5; ad ogni modo, nella ripresa i rossoblù non si resero mai veramente pericolosi e Bergkamp, l’autore della rete dell’1-0 dal dischetto, fornì due assist a Berti e Jonk per il 3-0 finale.
Nella foto in evidenza: il gol di Criniti all’Inter (Guerin Sportivo 14/1994)
Puntate precedenti: Gli scontri europei tra Sampdoria e Bologna, Juventus-Verona, derby italiano in Coppa Campioni
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