Per il terzo anno consecutivo la finale di Champions League ha proposto lo scontro tra una delle super favorite della vigilia e una outsider. Per il terzo anno consecutivo gli spettatori neutrali non si sono annoiati, perché il match è stato combattuto, inaspettatamente in bilico fino alla fine e pieno di gesti tecnici notevoli e non solo di sangue e sudore. Ma per il terzo anno consecutivo ad alzare la coppa dalle grandi orecchie è stata la più forte. Perché, come avevamo scritto dopo la finale di Lisbona del 2014, tra l’Atletico Madrid e il Real Madrid, “vince sempre Golia”.

JUVENTUS-BARCELLONA-DIRETTA-GOL-RAKITIC-420x277La Coppa dei Campioni è rimasta nella Liga, è passata dal Real al Barcellona, che grazie al 3-1 di Berlino sulla Juventus, è arrivato a cinque vittorie nel massimo torneo continentale. Questo, a differenza di quanto avveniva fino al 2009, non consentirà ai blaugrana di tenersi la coppa originale per sempre e non obbligherà la UEFA a ordinarne un’altra per il prossimo anno, ma crediamo che a Messi, Iniesta e soci poco importi questa inezia.
Un proverbio catalano dice «Si vols que diguin bé de tu, no diguis mal de ningú», cioè se vuoi che dicano bene di te, non dire male di nessuno, ma il fair play tra i giocatori di Juventus a Barcellona alla fine dell’incontro, più che alla volontà di attenersi alla saggezza popolare, è dovuto alla disparità vista sul terreno di gioco: Golia-Barcellona ha vinto, perché ha saputo mostrare le sue qualità sul campo. Basta vedere i palleggi difensivi, con cui i blaugrana riuscivano a eludere il pressing alto degli attaccanti bianconeri, per misurare la differente caratura tecnica delle squadre in campo. Eppure per un quarto d’ora gli juventini hanno davvero sognato in grande.

Come Repp nel 1973 e Magath nel 1983, Rakitić segna subito: Neymar tiene in scacco la fascia destra avversaria, vede inserirsi Iniesta, che brucia Vidal e passa la palla al croato, che non può sbagliare. Contro Ajax e Amburgo la partita della Juventus era finita lì e lo score finale avrebbe confermato con l’1-0 quel decisivo vantaggio iniziale. Con il Barcellona da 170 gol in stagione non può finir così. Però i blaugrana non riescono a segnare subito il raddoppio, grazie soprattutto a un miracolo di Buffon su Dani Alves, e quando Vidal riesce finalmente a trovare il ritmo a centrocampo e non solo a fare falli, la barca messa su da Allegri comincia a reggere. Sembra come la semifinale di ritorno al Bernabeu e, infatti, il carattere porta i bianconeri a un insperato 1-1 al 55′. Marchisio con il tacco lancia Lichtsteiner, palla al centro per Tevez che si gira e tira. Ter Stegen respinge corto, Morata segna e stavolta esulta.
Il grande Barcellona trema, ma Tevez non fa il Tevez e manda alto un tiro da dentro l’area, Vidal arriva in ritardo su un cross dalla sinistra e Pogba, in piena area di rigore, sgomita con Dani Alves, si gira e perde l’equilibrio prima di calciare. Rigore? Non c’è tempo per discuterne, perché sul contropiede Messi fa il Messi e impegna Buffon con un sinistro velenoso. Suarez anticipa tutti, Rakitić incluso, e riporta avanti i suoi. Il replay del corpo a corpo Pogba-Alves sfocia nel classico “di rigori, ne danno anche di peggiori”, ma la realtà è che il Barcellona è di nuovo avanti. E poi, volendo proprio parlare dell’operato dell’arbitro Çakır, non va dimenticata la sua benevolenza nei confronti di Vidal che nei primi venti minuti fa almeno quattro falli da ammonizione e rimedia solo un giallo.

Una figurina del 1999/2000

Una figurina del 1999/2000

La parata di Ter Stegen su un rasoterra di Marchisio e iI contropiede che porterà al settimo minuto di recupero al 3-1 di Neymar servono solo per allungare le sofferenze dei tifosi. Il fischio finale sancisce il secondo triplete del Barcellona, sei anni dopo. E la sensazione è che la squadra ora guidata da Luis Enrique non avrà difficoltà ad arrivare a sei successi nell’anno solare, come fece proprio quella di Guardiola vincendo Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e FIFA Club World Cup.
L’ultima riga è per due grandi del calcio catalano e spagnolo che hanno vissuto da protagonisti tutte le vittorie ottenute dal Barcellona negli ultimi dieci anni, comprese le quattro Champions League: Iniesta e Xavi. Le strade dei due centrocampisti si sono già separate in questa stagione, che ha visto Xavi molte volte in panchina e Iniesta in campo, a continuare a eseguire con la solita velocità e sicurezza giocate che per altri sarebbero difficilissime. Ora Xavi andrà via, a prendere una vagonata di soldi chissà dove, ma siamo convinti che tornerà presto nel calcio che conta.

federico