Il Calcio alle Olimpiadi. 6° puntata: L’impresa di Gottfried Fuchs

La partita non è una delle più attese. La Russia zarista, alla prima e unica partecipazione olimpica, ha di fronte la Germania del Kaiser. Le squadre dei due imperi centrali, che non sopravviveranno alla guerra imminente, sono state eliminate dal torneo principale: la Russia ha perso 2-1 con la Finlandia nei quarti meno di 24 ore prima, la Germania 5-1 dall’Austria nei preliminari due giorni prima. La sfida vale per il torneo di consolazione, ma a consolarsi saranno solo i tedeschi.

Precisi come non mai, i sudditi di Guglielmo II segnano quattro reti in 21′, altre quattro prima della fine del tempo e otto tra il 46′ e il 69′. Si fermano sul 16-0, ma non è dato sapere se per rispetto verso l’avversario o per stanchezza di dover far gol a ogni tiro in porta. Fatto sta che l’ultimo gol porta la firma del centravanti Gottfried Fuchs, come nove dei precedenti. Dieci gol in una partita internazionale ufficiale, come il danese Sophus Nielsen sei anni prima nel 17-1 contro la Francia A nella semifinale dei Giochi del 1908.

Per Fuchs e Nielsen il destino rimarrà legato più alle statistiche che alla storia del calcio. Un po’ come Oleg Salenko, recordman di gol segnati in una singola partita di una fase finale del Mondiale, e come Archie Thompson, che nel 2001 a quasi cento anni di distanza toglierà al duo tedesco-danese il record realizzando tredici gol in Australia-Samoa Americane 31-0, match valido per le qualificazioni della confederazione dell’Oceania al Mondiale nippo-coreano.
La memoria dell’impresa di Fuchs verrà, però, anche volutamente cancellata dalla sua stessa federazione. L’attaccante tedesco è, infatti, di origine ebraica. Combatterà per l’esercito del Kaiser nella Grande Guerra, ma dopo l’ascesa di Hitler sarà costretto all’esilio, prima in Francia e poi in Canada, e la Deutsche Fussball Bund avrà la premura di non citarlo in tutte le statistiche prodotte tra il 1933 e il 19451. E di non invitarlo a nessuna iniziativa neanche dopo2.

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