Storia dei derby italiani di coppa… fino al 2022: ottava puntata. Supercoppa UEFA, Mitropa Cup, Anglo-italiano
Lo avevo dichiarato già nella prima puntata che lo stimolo per questo special mi era stato fornito dal sorteggio dei quarti della Champions League 2022/23 che aveva messo Milan e Napoli difronte e l’Inter lì, pronta a un nuovo scontro tutto italiano al turno successivo, a patto di far fuori il Benfica, cosa poi puntualmente avvenuta. Ero solo indeciso se includere queste due sfide all’interno della trattazione o lasciarle lì, magari pronte per qualche appendice, fra qualche anno calcistico, per capire quanto la ricomparsa di derby italiani d’Europa sia stata casuale o meno. E alla fine, visto che quello che offre l’attualità è sempre meglio vederlo in prospettiva, opto per la seconda soluzione, lanciandomi, però, in una iperstizione: più che nella massima competizione per club, prevedo che sfide tutte targate serie A torneranno d’attualità in Europa League e Conference League.
Intanto, per tornare al progetto iniziale, non resta che guardare quanto altro accaduto fino al 2022. Parto dalle coppe minori, quelle non assimilabili ai tornei amichevoli estivi perché gestite da singole federazioni nazionali. La Coppa Anglo-Italiana, ad esempio, ha rivestito di internazionalità tutta una serie di gare fra squadre italiane di A, B o C, a seconda del periodo: se, però, si considerano solo le edizioni del torneo in cui incroci tra italiane non erano previsti dal format già a monte, rimangono solo quattro finali degli Anni Ottanta, quando a giocarselo erano i club semiprofessionistici (1983: Cosenza-Padova 2-0, 1984: Francavilla-Teramo 3-0, 1985: Livorno-Pontedera 1-2, 1986: Piacenza-Pontedera 5-1)1. E a proposito di finali, anche la Mitropa Cup, a parte quel Sampdoria-Bologna del 1961 ricordato proprio in apertura, ha visto due edizioni decidersi con un derby italiano. Nel 1990 il Bari sconfisse 1-0 il Genoa davanti al proprio -scarso- pubblico grazie a un gol di Perrone; l’anno dopo il Torino batté 2-1 il Pisa, che era andato in vantaggio a cinque minuti dal termine (Polidori), fu ripreso da un dubbio rigore di Vazquez a tempo scaduto e sorpassato da una rete di Carillo ai supplementari, non trasmessi dalla Rai per questioni di palinsesto2.
Ricordato che dei match tra club di A di Coppa delle Alpi e Coppa dell’Amicizia se ne è già parlato qui e là, che la Coppa Piano Karl Rappan non ne ha mai offerti e che gli incroci Inter, Milan, Juventus andati in scena al Mundialito clubs tra il 1981 e il 1987 attengono a un torneo intercontinentale a inviti in cui la FIGC o UEFA non avevano voce in capitolo, non resta che tornare alle manifestazioni gestite da Nyon.
Ma una volta messe a posto Coppa dei Campioni, Coppa UEFA, Europa League, Champions League e persino l’Intertoto, una volta ricordato che nessuno dei sei incontri tra squadre della stessa federazione offerti dalla Coppa delle Coppe ci ha riguardato da vicino, cosa rimane?
Beh, resta la Supercoppa Europea, che in due occasioni ha visto il Milan confrontarsi con un’altra squadra italiana, in un caso da campione d’Europa, nell’altro da sostituto campione, perché quello in carica era stato squalificato.
La prima doppia sfida è datata autunno 1990, quando il format prevedeva ancora gare di andata e ritorno in piena stagione agonistica e non un match agostano allo stadio Louis II di Montecarlo. Avversaria dei rossoneri è la Sampdoria che, in quanto detentrice della Coppa Coppe, gioca la prima in casa. La partita è godibile e vibrante, per usare due aggettivi cari a Pizzul, ma ì gol arrivano solo nella prima frazione: i doriani vanno in vantaggio con Mikhajličenko, bello stop in area e sinistro che batte Pazzagli in uscita; il Milan pareggia poco dopo con un tiro da fuori di Evani, uno abituato a essere decisivo in queste situazioni, vedi anche la rete a San Siro contro il Barcellona nella Supercoppa dell’anno prima e la punizione vincente che sempre nel 1989 aveva regalato agli uomini di Sacchi la Coppa Intercontinentale all’ultimo scampolo di supplementare.
Il ritorno, giocato quasi due mesi dopo a Bologna3, è meno combattuto. Il Milan ha in mano il controllo del gioco. Segna con Gullit a fine primo tempo (intervento da pochi passi su azione di corner), con Rijkaard alla mezzora della ripresa (bel diagonale di prima da posizione defilata) e a fine match è incoronato per la seconda volta “super-campione” d’Europa.
Tre stagioni dopo, la seconda sfida tutta italiana (Milan-Parma) è agevolata dalla squalifica per frode sportiva dell’Olympique Marsiglia di Monsieur Tapie. Nel maggio 1993 i francesi hanno battuto i milanesi 1-0 in finale di Champions League a Monaco di Baviera, ma la UEFA li ha esclusi da qualsiasi competizione per la stagione successiva a causa di un illecito legato alla Ligue 1 appena conclusa (tentativo di corruzione nei confronti dei giocatori del Valenciennes) e ha designato i vice-campioni d’Europa come loro sostituti per la Supercoppa Europea 1993 (e per la Coppa Intercontinentale)4.
L’andata si gioca come da prassi in casa della detentrice della Coppa delle Coppe e, quindi, al Tardini. Il Milan di Capello, che in campionato domina e non prende quasi mai gol, gioca meglio e passa grazie a un gol di Papin che a fine primo tempo corona con un colpo di testa da pochi passi una bella manovra rossonera e un bel cross di Eranio. Sembra fatta e, invece, al ritorno i gialloblù di Nevio Scala fanno capire di volersela giocare. I rossoneri nicchiano, ma la tattica attendista stavolta si rivolta loro contro. Dopo una prima frazione in cui Asprilla e Brolin imperversano, ma non fanno male, il gol che pareggia i conti arriva al 67′: punizione di Zola che colpisce la traversa, Benarrivo rimette in mezzo e Nestor Sensini di testa fa gol. La capitolazione completa arriva al quinto del primo tempo supplementare ed è innescata da un’altra giocata di Benarrivo, che ruba palla addirittura a Paolo Maldini e mette verso il centro dell’area; Asprilla è contrato, ma Crippa è libero di scaricare in rete. A meno di un anno dal match che aveva interrotto la serie di 58 partite utili consecutive in A dei rossoneri, il Parma, ancora a San Siro, ottiene, dunque, un altro successo di prestigio.
E altri ne otterranno, in Coppa UEFA, i gialloblù della Parmalat! E per uno special che giocoforza ha dedicato la maggior parte del suo spazio a quel periodo in cui la Serie A la faceva da padrona in Europa, cosa ci può esser di meglio se non far scendere il sipario mentre si pronuncia il nome di Calisto Tanzi?
Puntate precedenti: Gli scontri europei tra Sampdoria e Bologna, Juventus-Verona, derby italiano in Coppa Campioni, Il Cagliari dove non te l’aspetti, Tra Coppa UEFA ed Europa League: i derby che non hanno assegnato il trofeo, 2 maggio 1990: Una finale all’italiana, Le vittorie dell’Inter e del Parma a San Siro, Tre sfide italiane in Champions, tre successi Milan